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Premiazioni concorso ricostruzione del Bivacco Fratelli Fanton


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La Sezione Cai di Auronzo è molto soddisfatta dell'esito del concorso di idee per la ricostruzione del Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole in quanto grazie al fatto che il bivacco già esiste, ma per le note vicende storiche relative al suo errato collocamento e all'attuale cattivo stato di conservazione, sarà possibile ricostruirlo sulla Forcella Marmarole, a quota 2700 m, nella posizione pensata originariamente.
Dalla collaborazione con la Fondazione Architettura Belluno Dolomiti è nata l'idea del concorso come "buona pratica" per l'individuazione di un'idea derivante dall'approfondimento della contemporanea concezione del bivacco ad opera di progettisti qualificati i quali hanno risposto in massa con proposte innovative e spesso affascinanti.


Dobbiamo ringraziare per il sostegno economico nella realizzazione del concorso il BIM Piave Consorzio dei Comuni, l'Unione Montana del Centro Cadore, il Comune di Auronzo di Cadore, l'azienda AKU di Montebelluna che sta tra l'altro documentando in un video l'intera storia della ricostruzione del manufatto. Un particolare ringraziamento anche alla Fondazione Dolomiti UNESCO che ha partecipato alla selezione del progetto vincitore, nonché al presidente della Commissione esaminatrice Ulrich Delang, ai membri della commissione ed ai rappresentanti del CAI Regionale e Nazionale che ci affiancano in questo progetto. Un grazie anche al Consorzio Turistico di Auronzo, alla Villa Gregoriana di San Marco e a tutte le strutture ricettive che hanno collaborato a garantire un buon soggiorno ai nostri ospiti durante lo svolgimento dei lavori.


L'esito del concorso verrà ufficializzato con la premiazione prevista la mattina di sabato 28 marzo prossimo nella sala consigliare del Municipio di Auronzo. In tale sede verranno premiati i primi tre progetti classificati ma sarà l'occasione per conoscere l'operatività della giuria e vedere anche i progetti giunti all'ultima fase della selezione nonché i progetti menzionati.


La sezione Cai di Auronzo si propone poi di realizzare una mostra dei migliori progetti pervenuti da allestire durante l'estate a cui affiancare anche un catalogo per la consultazione dei lavori svolti.
E' infatti nostra intenzione mettere a disposizione di tutti coloro che siano interessati alle tematiche del costruire in montagna gli interessantissimi contributi giunti da un così ampio numero di professionisti.


La conclusione del concorso non rappresenta la fine del progetto ma bensì ne sancisce l'inizio vero e proprio con il prossimo affidamento dell'incarico per la progettazione definitiva-esecutiva del nuovo bivacco ed il contemporaneo avvio della raccolta fondi per la realizzazione dell'opera. In primis verranno ricercati finanziamenti europei, nazionali, regionali o locali ma contemporaneamente verrà aperta una sottoscrizione rivolta ai privati in quanto sono giunte molteplici attestazioni di stima nei confronti dell'iniziativa con impegni al cofinanziamento a fronte di un'opera innovativa inserita in uno straordinario contesto dai molteplici ammiratori.
La considerazione finale è di essere riusciti ad avviare una procedura che ci auguriamo altri intraprendano per la rivalutazione delle opere alpine d'alta quota e di conseguenza per la valorizzazione del patrimonio naturale delle Dolomiti che possa consentire agli abitanti delle terre alte di continuare a vivere dignitosamente nelle nostre valli.


La Sezione Cadorina del CAI Auronzo

OPERATIVITA' DELLA GIURIA

 

La giuria ha operato per successivi gradi di selezione, tenendo sempre presenti gli obiettivi fissati dal bando e dal documento preliminare alla progettazione.
Nel far ciò, si sono individuate le "famiglie tipologiche" cui afferivano le proposte progettuali, classificabili in: sfere e poliedri; torri; prismi più o meno regolari o sbozzati; volumi minimi; archetipi di case e capanne; soluzioni modulari; rivisitazioni del modello Apollonio.
Che cosa emerge da una lettura critica delle proposte nel loro insieme, confrontate al più generale panorama architettonico?
Intanto, si ha la conferma che il tema del bivacco, a dispetto dei grandi vincoli (spaziali come economici) imposti, è foriero di un'ampissima gamma di sviluppi e declinazioni possibili. Dunque, il concorso è stata un'ottima "palestra di sperimentazione" di linguaggi, soluzioni spaziali, sistemi costruttivi e tecnologici, ragionamenti sul paesaggio. Di fondo, infatti, emergono due grandi approcci progettuali rispetto ai quali possono essere ricondotte tutte le proposte pervenute. Da un lato, coloro che hanno lavorato sulla specificità del sito e dunque sull'unicità del contesto, alla ricerca della massima integrazione ambientale. Dall'altra, coloro che hanno lavorato sull'astrazione dagli specifici dati dell'intorno; ovvero sulla messa a punto di una soluzione standardizzabile, "universale". D'altronde, su questo secondo filone si colloca la storia dei bivacchi, replicati ovunque sulla base di un modello addirittura brevettato (prima il "tipo Ravelli", a 4 posti letto in circa 4 metri quadri; poi il "tipo Apollonio", a 9 posti in circa 6 metri quadri). Pezzo unico vs riproduzione "in serie".
Crediamo che la soluzione vincitrice tenga bene insieme i due poli: nel presentarsi come volume facilmente riproducibile ma anche strettamente legato al sito d'impianto; anzi, addirittura, configurando l'organizzazione dello spazio interno in funzione della pendenza: un elegante "container-cannocchiale" che si adatta al piano inclinato.
Altra discriminante attentamente valutata è stata la fattibilità dell'opera: si è cioè inteso individuare la soluzione che meglio contemperasse esigenze di rappresentatività (riconoscibilità), praticità di assemblaggio (ma anche di eventuale disassemblaggio!), innovazione tecnologica a costi comunque contenuti. Escludendo gli eccessi (soprattutto verso l'alto, sia dal punto di vista dei costi che della costruibilità), la giuria ha così inteso incentivare la ricerca architettonica premiando una soluzione che certamente richiederà qualche ulteriore sforzo da parte della committenza, ma che permetterà anche di fare un piccolo passo in avanti alla conoscenza e all'esperienza sul piano degli esiti. Per spostare un po' oltre le frontiere del possibile, senza perdere di vista la ragionevolezza. Termine, quest'ultimo, che preferiamo all'abusato "sostenibilità".

Ecco l'elenco dei primi 3 classificati

Leggi qui il concept del progetto