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Una targa per ricordare Vittorio Corà
Domenica 14 per volontà della Sezione CAI di Asiago, di molti Amici e dei Famigliari è stato dedicato un sentiero a Vittorio Corà. Una semplice targa posta in un cippo di pietre che simile ad un segnavia di sentiero, un gesto semplice di riconoscenza,
ma di grande effetto per la passione che Vittorio ha dedicato alla sentieristica e alla cartografia delle nostre montagne.
La targa si trova nelle vicinanze del Monte Zevio località a lui molto cara.
Alla semplice ma intensa manifestazione erano presenti i Famigliari, molti Amici del Cai di Asiago, Colleghi di lavoro e di ricerche storiche ed anche il PG Umberto Martini.
VITTORIO CORA'
Nessun Alpinista o Escursionista che frequenta le nostre montagne non può non accorgersi dei segni che la Grande Guerra ha lasciato nel territorio alpino e prealpino.
Le strade, le mulattiere e i sentieri che ancor oggi percorriamo, sono le tracce indelebili di un evento che ha segnato la storia dell'Europa e dell'Italia.
Quello che rimane dei forti, delle trincee, dei baraccamenti e del filo spinato ci ricorda le fatiche, gli stenti e le abnegazioni di una permanenza forzata, difficile e disumana che per quattro/ cinque anni ha confinato centinaia di migliaia di ragazzi provenienti da tutto il nostro Paese per difendere i confini della Patria.
I numerosi cippi, lapidi, ossari e cimiteri sono la memoria più tangibile di quanti, soldati o ufficiali, non hanno fatto ritorno da battaglie famose o dimenticate ma che hanno deciso la sorte delle loro vite.
Vittorio era nato e cresciuto tra le montagne dell'Altopiano dei Sette Comuni, aveva camminato su quei sentieri, percorso trincee, raccolto qualche ferro ruggine e molti racconti di padri e di nonni suoi compaesani.
Di quello che è stato uno dei teatri più tremendi e sanguinosi della Grande Guerra, Vittorio ha cercato, anche assieme ad altri amici, di raccogliere le documentazioni, le notizie, le testimonianze di una Comunità, quella dell'Altopiano, rendendosi attore e attivo protagonista del recupero di siti e ambienti, valorizzandone il significato e promuovendone la conoscenza.
La triste fatalità del suo incidente, oltre alla tragica perdita degli affetti, gli ha strappato anche l'opportunità di vedere realizzato il suo encomiabile e splendido lavoro, che fortemente desiderava perché non venisse dimenticata la più grande sciagura del secolo scorso.
Emilio Bertan